Famiglia
Affido: leuropa detta le regole di qualità
Agli standard ha collaborato SOS Villaggi dei bambini
Migliorare la situazione dei minori in affido extrafamiliare è il fine ultimo del progetto Quality4Children al quale hanno già dichiarato di voler aderire, adottandone gli standard, anche le autorità della Svizzera (che non fa parte dell?Unione), mentre Malta e i Paesi Bassi intendono utilizzarli nei loro programmi.
Accoglienza di qualità e in grado di rispondere a precisi standard. È questo l?obiettivo del progetto Quality4Children (Q4C) che vuole rispondere alle centinaia di migliaia di bambini e giovanissimi che in tutta Europa non possono crescere all?interno della loro famiglia di origine. Il progetto, che vede come attori principali tre organizzazioni internazionali che operano nel campo dell?affido extrafamiliare quali Fice – Féderation international des communauté educatives, Ifco – International foster care organisation e Sos – Kinderdorf international, ha visto la partecipazione di 32 Paesi del Vecchio continente, ciascuno con un suo coordinatore: quello di Sos Villaggi dei bambini è Francesco Colizzi, presente a metà giugno alla presentazione ufficiale di Q4C al parlamento europeo.
Una premessa da fare è che i 18 standard elaborati non avranno un valore normativo a livello comunitario, ma solo di raccomandazione. Del resto quelle presentate dal progetto sono le best practices elaborate attraverso quasi 400 testimonianze raccolte ascoltando anche le storie e i racconti degli stessi ragazzi accolti nelle strutture dei tre enti promotori e di altre realtà d?accoglienza presenti nei diversi paesi.
L?Italia è stata la terza nazione per numero di persone ascoltate e nei prossimi mesi Sos Villaggi dei bambini, che con Sos – Kinderdorf international ha partecipato ai lavori preparatori, promuoverà delle conferenze territoriali per illustrare il progetto. Una particolarità di questo è che tra i principali attori della ricerca ci sono proprio i minori interessati all?affido che, prima di questa iniziativa europea, non erano mai stati ascoltati in modo sistematico. Uno dei punti di partenza per l?elaborazione degli standard è infatti stato proprio valutare i punti di forza nelle diverse esperienze.
Tre i capitoli nei quali è stato organizzato il lavoro: il processo decisionale e di ammissione; il processo di sostegno e infine quello di uscita. Nella prima parte, riguardante l?avvio della decisione di allontanare un minore dalla famiglia, gli standard prevedono che lo stesso ragazzo e la sua famiglia ricevano un supporto durante questo periodo, e che gli stessi ragazzi debbano essere coinvolti nel processo decisionale; un altro particolare è che il passaggio alla struttura di accoglienza venga preparato e che ogni minore sia seguito su un piano individuale. Sono otto gli standard relativi al sostegno, e tra questi si contempla da una parte il mantenimento del contatto tra il minore e la famiglia d?origine, come il fatto che il personale che si occupa dei giovani sia qualificato e messo nelle migliori condizioni per operare. Tutte le decisioni che producono un cambiamento nella vita dei ragazzi devono vederli come parte attiva; in modo particolare i giovani devono essere preparati a una vita indipendente (ultimi cinque punti). Tutto il progetto è consultabile sul sito.
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